Ora che l’ultimo scatolone del trasloco è stato svuotato e e le giornate cominciano ad avere un ritmo normale sto demolendo pian piano la pila delle cose rimaste indietro.
I due minuti di celebrazione delle cose buone fatte sono le prime vittime dei periodi di disordine. E invece sono due minuti fondamentali, sono il buffetto al fiocco di un pacco, segnano il momento in cui una cosa è finita, la si può guardare nella sua interezza, godere del giusto orgoglio e cominciare qualcosa di nuovo con un senso di compiutezza.
La prima cosa buona di cui non mi sono vantata sono le partecipazioni che ho disegnato per Aurélie e Matteo la scorsa primavera. (Aurélie fa parte di quel mazzetto di persone che ho incontrato quando sono arrivata a Milano che mi hanno insegnato a fare un lavoro del tutto nuovo e che hanno settato parecchio in alto l’asticella del fare bene il proprio lavoro, essere persone brillanti che fa piacere avere intorno per otto ore consecutivamente.)
Questo autunno Aurélie e Matteo si sono sposati vicino a un lago, e il lago è diventato il centro delle illustrazioni delle loro partecipazioni, che mi hanno accompagnato tra l’inverno e la primavera e rinfrescato nei primi caldi dell’estate.