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De Chiara professor Stanislao

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Ieri sera uscivo dall’ufficio mentre i muratori che lavorano nel palazzo a fianco stavano riempiendo i cassonetti con il contenuto dello svuotamento delle cantine.
Di fianco al cassonetto c’era una cassa che sembrava uscita da un film di pirati col Erroll Flynn in calzamaglia. E nella cassa: libri. Libri, tantissimi libri, di patente vetustà.
Le opere di Onorato Balzac e le poesie sceltissime di Edgardo Poe, le avventure di Nicola Nickleby, libri del ginnasio, classici greci, prime edizioni delle critiche di De Sanctis. Frugando tra muffa, polvere e tarli tra i libri salta fuori anche una rivista sulla Calabria, con il nome dell’abbonato. De Chiara professor Stanislao.
Decido di scoprire chi fosse il signor De Chiara professor Stanislao, i cui libri stavano per prendere la via dell’aliga. A differenza di Amelie nell’omonimo film, non ho un fruttarolo all’angolo a cui chiedere le cose, ma ho molto di meglio: ho Google.

Google mi dice che il signor De Chiara professor Stanislao era un letterato e umanista, proveniente da famiglia di antica tradizione di studi classici, che si era recato a Roma per compiere i suoi studi all’inizio del Novecento.
E la cassa che ho sotto gli occhi è quella che l’ha accompagnato in quel suo primo viaggio da diciottenne alla volta dell’università (i timbri delle Ferrovie dello Stato confermano). Mi dice che De Chiara ebbe corrispondenze epistolari con Carducci e Benedetto Croce. Insomma, pare che abbia recuperato dal rusco un pezzetto di storia delle lettere patrie. De Chiara pare abbia già tirato il calzino da un po’, quindi non c’è nessuno a cui restituire la cassa dei tesori. Non se ne avrà  a male perciò, il signor De Chiara professor Stanislao, se la suascatola dei tesori, adesso, diventa la mia.

[non so con quale chiave di ricerca tu sia arrivata su questo post, persona sconosciuta, ma ti prego: sii clemente: ero molto giovane – era il 2004 – e non sapevo disegnare. O scrivere, se è per quello. Giuro che nel frattempo ho prodotto di meglio. Credo.]

9 commenti su “De Chiara professor Stanislao”

  1. Mai che i miei vicini buttino nel rusco cose simili! E io non troverò mai il De Chiara Professor Stanislao sotto casa :(

  2. Che dire?!?

    Se non è sincronicità(*) questa!

    io avrei acceso immediatamente un cero di gratitudine agli eretici muratori aligheri…

    baci :*

    lb:þ

    (*) cfr. “La Profezia di Celestino” e “Generatore di eventi farlocchi”

  3. ma per caso la tartaruga ascolta “i conigli” del ruggito del coniglio?

    sai il farlocchi del post sotto me lo fa pensare :)

    abbracci stretti stretti al guscio,dario

  4. @lb: piuttosto che consultare la profezia di celestino smetto di leggere :p…illuminami tu in merito!

    @dariocicchero: so che esiste la trasmissione, ma non l’ho mai ascoltata, non sono una grande ascoltatrice di radio…dimmi dimmi, qual é il nesso?

  5. Io quando avevo dodici anni ed ero appassionato di formula 1 trovai due pile di riviste “Autosprint” dei primi anni ’70 fuori da un portone. Mi rendo conto che non è la stessa cosa, però per me fu come trovare un tesoro.

    Invece qualche anno fa, prima della demolizione di un antico palazzo nobiliare del mio paese, mi intrufolai con mia moglie nelle cadenti stanze del palazzo e recuperai in un cassetto lettere di fine ottocento che altrimenti sarebbero andate distrutte. le conserviamo ancora…

  6. un paio d’anni fa ero in giro col cane e, ai piedi di una campana per il vetro, trovai 3 buste nere con dentro vari libri (molti dei quali antichi) di insigni autori. nn saranno appartenuti a professori classicisti, ma hanno riempito alcuni scaffali della mia libreria e della mia testa.

  7. E lei si priva così facilmente di un pranzo a base di pollo arrosto? Non le fa gola il boccone del prete? :-)

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