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Estati piccoline

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Quando sei bambino non hai la minima idea del fatto che l’estate non durerà sempre tre mesi. Oddio, da un punto di vista stagionale sì, ma non ti si apre più davanti quella landa sconfinata da giugno a settembre in cui i giorni si confondono e si può coltivare persino il piacere della noia. (la noia, è una cosa bellissima. Non va confusa con la frustrazione di giorni tutti uguali, o con il peso delle attività ripetitive ma indispensabili. La noia dell’infanzia e dell’adolescenza è uno stato di grazia)
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A ripensarci, le estati della mia infanzia sono state scandalosamente vicine a quelle che ci sono nei libri per ragazzi. C’era tutto: le biciclette, le magliette a righe, gli alberi su cui arrampicarsi, la frutta da mangiare, le ginocchia perennemente distrutte, le esplorazioni.
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Poi c’era il libro per le vacanze. Il libro per le vacanze era di una specie diversa dagli altri libri di scuola, era pieno di attività interessanti e insolite, avventure da provare, e illustrazioni, tantissime illustrazioni. Quest’anno a pagina 77 del libro delle vacanze dei Piccolini c’è un’ochina attacca stacca. L’ho disegnata io, pensando a quando l’estate era una terra sconfinata.

2 commenti su “Estati piccoline”

  1. quanto mi è piaciuto questo post!
    l’ho citato qui: (volessi passare a dare un’occhiata)

  2. ciao giovanna, bellissima la storia delle api, è stato un bel modo di cominciare la giornata leggerti.

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