Vai al contenuto

Monoteismo ortofrutticolo

  • di

Il mio banco preferita di tutto il mercato non è quello coi sacchi di spezie e semenze da suq orientale, né quella che sembra disegnata da Mondrian.

È una bancarella minuscola, dal contenuto pre-monoteismo ortofrutticolo.

Ci sono mele dai nomi bislacchi e dalle forme asimmetriche, uva effetto revival di estati sicule dell’infanzia, frutti dal nome ignoto. Tutti bozzuti, bitorzolosi, imperfetti, con le forme che aveva la frutta prima del verbo unificatore del supermercato.

Mi piace, perché non si sento a mio agio a comprare mele pensate per mettermi in soggezione con curve e pelle migliori della mia. Queste mele mifanno simpatia: se ne stanno nella cesta, tutte assieme, con l’aria soddisfatta di stare in compagnia.

In fatto di ortaggi, mi professo animista.

[non so con quale chiave di ricerca tu sia arrivata su questo post, persona sconosciuta, ma ti prego: sii clemente: ero molto giovane – era il 2004 – e non sapevo disegnare. O scrivere, se è per quello. Giuro che nel frattempo ho prodotto di meglio. Credo.]

15 commenti su “Monoteismo ortofrutticolo”

  1. Animismo? Le propongo due religioni al posto della sua:
    1. la mia, la quale divinità offre ottimane invece di settimane (basta aderire all’iniziativa per avere in regalo un giorno in più, il Cifdì);
    2. Quella di Essa, temibile idolo dai poteri infiniti…

    Questo non è un commento promozionale. CONVERTITEVI! ;-)

  2. ilgattoconlepantofole

    L’ho sempre detto che il mercato è luogo di perdizione, e ora capisco perché, ai tempi che furono, il nostro prete vietò con ardore il mercato nella piazza della chiesa.

    Si possono adorare anche i cachi o per ovvi motivi lessicali è meglio evitare?
    …o anche per motivi temporali…anche se un dio che richiede la tua adorazione solo per una, due settimane l’anno non è male…fa chic e non impegna. Al massimo marcisce.

  3. ehi, ma io questa mela la conosco!
    vive a casa mia.. e sappiate che è una superstite..

  4. …io che sono un’esteta e anche un pò scema finisco sempre per comprare quella bella lucida e precisa, di frutta. per poi non mangiarla perché fa cagare. mea culpa, mea culpa!! :S per fortuna non ne compro spesso…

  5. Questo non è un vegetale. Questo… è un dio!

    La vuoi liscia? Prenditela. La vuoi simmetrica? Prenditela. La vuoi al sapore di peperone? Prenditela. La vuoi delle dimensioni di un pallone? …. prendite sta melanzana OGM, pesa, ‘ncarta e porta a casa!

    Ma lo sapete che in USA vendono svariate sementi OGM che, una volta piantate, rilasciano nel terreno enzimi che lo rendono sterile a qualcune altra *MARCA* diversa da quella della ditta in questione? (si perchè la “marca” del seme OGM è impressa con una catena del DNA del seme, quindi riconoscibile a livello biologico).

    Insomma: una volta che hai fatto di un contadino un cliente, quel cliente E’ PER SEMPRE! :(

  6. per sempre un pò come i diamanti de beers insomma..invece le mele della tartaruga amano stare in compagnia…altro che rendere sterile il posto in cui crescono..anzi ho il sospetto che invitino i ravanelli e il sedano nel loro sacchetto per i loro assurdi festini..

  7. OT: hai pienamente ragione tartarughina! Quelli che oggi ci appaiono dei privilegi (e ci fanno sentire in colpa) dovrebbero essere dei diritti per tutti!

    Il militante

  8. io ho visto -dalle bancarelle ortofruttarole- che qui li chiamano anche “loti”…loti come il frutto della dimenticanza?beh anche quello é un gran bel nome per un dio..

  9. per il gatto con le pantofole: qui in toscana i cachi si chiamano diosperi. un nome proprio divino, come vedi, e io li adoro.

  10. sì ma i loti sono un’altra qualità… sono duri tipo le pesche. io non li avevo mai visti. sono inquietanti… °_°

  11. Io li ho sempre divisi in “cachi duri” (loti) e “cachi morbidi” (cachi, indeclinabile): ecco, non si fa in tempo a fondare una religione che v’è subito lo scisma.

I commenti sono chiusi.