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Dei problemi comuni tra l’amore e l’economia di guerra

  • di

“…vede signore, il nostro, fondamentalmente,  è un problema di..riconversione industriale.
Abbiamo gli stessi problemi di un’economia postbellica.

Avevamo questo prodotto che, tanto per continuare nella metafora, all’epoca del conflitto andava benissimo, anzi, non esito a dirle che in effetti era il nostro prodotto di punta. E un prodotto di qualità , si badi bene, per il quale c’era una notevole domanda.

Ma poi, quando tutto finisce, abbiamo quest’industria che ci mette un po’ a riconvertirsi in un’economia di pace, e si ritrova con queste immense quantità  di prodotto finito che non hanno più un mercato.

Insomma, ne abbiamo troppo, di amore, e non sappiamo su cosa rivolgerlo.

[non so con quale chiave di ricerca tu sia arrivata su questo post, persona sconosciuta, ma ti prego: sii clemente: ero molto giovane – era il 2004 – e non sapevo disegnare. O scrivere, se è per quello. E mi aveva pure appena mollato il moroso. Giuro che nel frattempo ho prodotto di meglio. Credo.]

6 commenti su “Dei problemi comuni tra l’amore e l’economia di guerra”

  1. Oh, sono certo che la domanda non mancherebbe.. Però le consiglio al contempo, illustrissima general tartaruga, di usarne con oculatezza, qualora non ne venga poi a mancare in tempi di bisogna e si ritrovi coi granai vuoti e improvvisa carestia..
    sempre con affetto, il suo
    Aku De Medici

  2. Forse sei molto bravo a riciclare gli avanzi.
    O forse nel tuo piano di sviluppo economico del paese non c’è niente che possa avanzare, magari dovresti convocare una riunione con tuo ministero dell’industria.

  3. beh, dovresti trovare una buona scusa, tipo l’esistenza di sentimenti non convenzionali, e attaccare per prima con un innamoramento preventivo. Si rimetterebbe tutto in moto, bush insegna :-))

  4. A volte la guerra può essere tanto lunga da esaurire tutte le riserve. Anche quelle di materia prima…
    Sobh…
    EVA

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